mercoledì 19 giugno 2013

Era meglio quando era peggio?

Ciao a tutti.

I tempi cambiano, noi invecchiamo e la tecnologia fa ogni giorno passi da gigante, rendendo le nostre vite sempre un pò più sicure, un pò più sotto controllo e un pò più tranquille; ma anche un pò più noiose e prevedibili.

Aziende, ingegneri, inventori e stregoni si adoperano ogni giorno per infarcire oggetti che usiamo da secoli con sistemi di controllo elettronici e computerizzati sempre più potenti e a prova di idiota, impedendoci in certi casi di sbagliare anche se lo vogliamo; e nessun ambito della nostra esistenza ne è immune.

Men che meno il mondo delle moto.

Anzi è proprio nel campo dei motori in generale, e delle moto in particolare, che negli ultimi anni le case hanno fatto i passi maggiori, rendendo le nostre amate lady di ferro mezzi potentissimi, con cilindrate e cavallerie che qualche anno fa sarebbero appartenute a delle Superbike, ma imbrigliandole per forza di cose in un'elettronica sempre più invadente ed evoluta, che permettesse agli utenti di tenere a bada tutta quella (troppa) prestanza senza timori reverenziali.

Ogni moto uscita negli ultimi 2 o 3 anni si porta dietro un codazzo di sigle manco fosse un Jet da guerra, e acronimi come DTC, ESA, DTC, APRC, DDA, DRC, CCCP, TTTK, PCI, PDL.... (no scusate mi sono fatto prendere la mano), sono oramai entrate nel gergo comune dei motociclisti, e per alcuni (quasi tutti) rappresentano un must da avere assolutamente.

E qui entra in gioco il nostro narcisismo (in particolare quello di noi maschietti), che ci porta a considerare indispensabili gadget e ammennicoli che saranno sicuramente utili e in grado di salvarci la vita (e neanche tutti), ma che fino a poco tempo fa non esistevano e i viaggi e le uscite si facevano lo stesso, ma non esistendo non potevamo vantarcene al bar...

Ed è qui che salta fuori l'inghippo.

Si perchè tutti questi sistemi di sicurezza attiva e passiva stanno progressivamente rendendo le moto sempre più facili da guidare e da gestire, nonostante potenze da capogiro, ma allo stesso tempo stanno rendendo le nuove generazioni di motociclisti sempre meno capaci di gestire un eventuale malfunzionamento o imprevisto, perchè troppo sicuri che il mezzo sia in grado di correggere i loro errori.

Con questo non voglio passare per un tradizionalista, uno di quelli che era meglio quando le moto erano a carburatori e bisognava girare con il fil di ferro e il nastro americano, e che affermano convinti che l'ABS è da checche perchè se hai il manico non serve; queste sono solo scemenze da bar che non mi hanno mai convinto, però è anche vero che leggendo prove di moto recenti e vedendo un pò chi è l'acquirente medio di questi prodigi della tecnica qualche domanda me la sono posta.

Il fatto è che i giovani, causa costi assicurativi, carburante e bollo, non sono più una fetta di mercato appetibile, quindi l'offerta si è spostata su quella fascia di utenti in grado di comprare e mantenere un mezzo che in un'ottica di economia famigliare è quasi sempre considerato un lusso; e questa fascia di mercato è ampiamente sopra i 40 anni, e quasi sempre sono motociclisti di ritorno o ex scooteristi che decidono di fare il grande passo, ma non hanno esperienza.

Ed è qui che entrano in gioco le case motociclistiche, fornendo mezzi che appaghino l'occhio, che facciano fare bella figura al bar e che siano potenti e performanti, ma in modo rassicurante; e qui tutti i giochini elettronici fanno un doppio lavoro, danno argomenti con gli amici all'acquirente e rendono un mezzo altrimenti ingestibile molto più friendly e facile.

Anche troppo.

Perchè poi ti ritrovi questi motociclanti di ultima generazione che ti sorpassano in curva la domenica mattina con manovre quantomeno discutibili, a bordo di bolidi da 1000 cc in su, che piegano e raddrizzano e frenano e staccano senza una logica perchè tanto il lavoro sporco glielo fanno i gadget; almeno fino alla volta in cui non faranno troppe cazzate tutte insieme, e neanche l'elettronica sarà in grado di metterci una pezza.

Ed era qui che volevo arrivare, anche se mi sono dilungato troppo.

La moto è un oggetto bellissimo e pericoloso, che bisogna imparare ad amare e rispettare allo stesso tempo, perchè le due cose vanno di pari passo e si alimentano a vicenda.
Se non si impara a temerla si rischia di sottovalutarla, e la mia paura è che tutti quelli che iniziano ad andare in moto in sella a mezzi troppo potenti ed evoluti rischiano di non imparare a rispettarla a dovere, convinti che i loro optional, pagati a caro prezzo, li trarranno sempre d'impaccio, ma purtroppo non è così.

Ma il progresso non si ferma, e in fondo è giusto così, quindi dovremo rassegnarci a mezzi sempre più potenti ma gestibili, veloci ma rassicuranti, adrenalinici sulla carta e un pò meno sulla strada; e a piloti sempre più sicuri di se ma meno sicuri in sella.

E voi che ne pensate?

Siete fan sfegatati della tecnologia o preferite la vecchia scuola?

Troppi gadget tolgono il gusto o i non sono mai abbastanza?

Rispondete e fatemi sapere la  vostra opinione, che come sempre è fondamentale.

Lamps.








5 commenti:

  1. Temere e sottovlutare, bel dubbio. Al di fuori dell'ads penso che l'elettronica sia prevalentemente una pura legge di mercato e una mitigazione di potenze assurde, che per strada non hanno più nessuna logica; anche quelle però figlie del mercato che impone di dare sempre qualche cosa di più rispetto al concorrente.
    Esempio pratico le sospensioni elettroniche: puro accessorio non decisivo al fine di guidare una moto, non è vero che le varie tarature sono quelle "giuste" a priori, semplicemente perchè non tengono conto di mille variabili.
    Ma è vero che la clientela si abitua e "deve" avere quella cosa, altrimenti non è cool.
    Alla fine, per strada, le moto si guidano sempre più o meno allo stesso modo; nello stesso modo quando passeggi, nello stesso modo quando corri e mappe di erogazione e tarature ciclistiche non fanno una differenza abissale.
    Differenza abissale l'ha fatta l'introduzione di sistemi frenanti degni di questo nome (le moto di 20 anni fa non frenavano) e soprattutto la tecnologia dei pneumatici che continuano ad essere, con buona parte dell'elettronica, le uniche due cose che ti tengono sulla strada.
    Il resto è bello, serve anche, ma non genera una differernza sostanziale con una moto che non possiede l'elettronica (abs a parte come ho già scritto).
    Quindi, in ultima analisi ne temere ne sottovalutare (con e senza elettronica) perchè, in entrambi i casi se arrivi troppo veloce su una curva ti sdrai. Assieme a tutto l'equipaggiamento tecnologico che hai.

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  2. Sono perfettamente d'accordo con Fabio (mi sa che sto invecchiando, ultimamente condivido un pò troppo!) ,la moto sta perdendo quella sensazione di libertá e adrenalina diventando sempre più un gadget elettronico per un popolo avvezzo alle novitá fintomagiche tanto care al nostro omologante new marketing! Tutti diversi ma tutti uguali, cloni di un'identitá non nostra! Ma non preoccupatevi, nell'ombra di quella oscura boscaglia che intravedete dal casco in ultra carbonio da 1000 euro , dopo l'ennesima curva pennellata col joystick , si nasconderá sempre un pazzo come me che è pronto a farvi galoppare tra fiumi e montagne , dove ancora il suono dello scarico può confondersi con il battito del cuore!

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  3. Tempo ci fu in cui si diceva che con un pezzo di fil di ferro, un pezzo di stagnola delle sigarette e un cavo (che usavi per freno acceleratore o frizione...) a casa ci tornavi.
    Bei tempi? Non lo so.
    Certo che con una 120/17" al posteriore c'era poco da essere allegri.
    Partire per un giro voleva dire rischiare di incasinarsi la vita, ma c'era il gusto "dell'avventura" ogni volta che roscellavi sudore scalciando come un mulo per far partire lo Stornello o il KTM 250......ogni volta che raggiungevi un tuo compare fermo (e puntualmente ti fermavi anche tu dopo qualche km)...
    Mah, io resto del partito di quelli che:
    quello che non c'è non si può rompere.
    E tornare a scegliere il mezzo in base alle proprie esperienze e capacità?
    Uhmmmm ok, venderò il mio KTM per una bella XT600 dell'86!

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  4. Comunque stavo pensandoci oggi mentre lavoravo su una delle moto.
    Certo che chi si occupa del design/industrializzazione del prodotto moto merita di essere iscritto d'ufficio nelle liste dei ricercati o a scelta in quella dei craniolesi in mutande.

    BMW GS 700/800
    il punto d'appoggio del piede per issare la moto sul cavalletto centrale è sotto la pedana sx del passeggero. Tutto nella norma? No, per "sotto la pedana" intendo dire "Spiaccicata cotro la pedana del passeggero". Ergo se non hai il piedino di Biancaneve smoccoli per tirare giù il cavalletto centrale (andate in concessionaria a verificare, prego)

    Ducati MTS:
    Se dovete smontare una fiancata a scelta dovete litigare con almeno 2 diverse serie di viti.
    Se restate senza luce anteriore, di notte, su una strada extraurbana buia, non potete far altro che chiamare il carro attrezzi, perché se non andate in officina a demolire mezza moto, col piffero che cambiate la lampadina....

    KTM 1190
    Avete fatto un bellissimo lavoro sistemando esterna la presa per il rabbocco dell'olio motore. Ma Santo Signore! Inclinarla di una decina di gradi in più? Quando devi rabboccare l'olio (con le praticissime taniche Motorex dotate di prolunga snodata) la tanica stessa tocca nella carrozzeria e non riesci ad utilizzarla tutta....

    Voi direte; «Piccolezze che non inficiano il valore della moto o il godimento ad usarla!»
    Vero, ma invece di semplificare la vita e l'uso della moto, si tende a voler a tutti i costi incentivare il ricorso alle officine specializzate, con buona pace del gusto a mettere le "mani sopra" al proprio mezzo.......

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