lunedì 13 maggio 2013

Che tempo farà

Quando ero adolescente, dai 14 ai 18 anni, ho trascorso gran parte delle mie estati a lavorare in campagna con mio nonno, passando senza soluzione di continuità dalla raccolta dei peperoni a quella dei pomodori, piuttosto che per meloni e cocomeri; tutti lavori estremamente diversi, con tempi e ritmi ben precisi, ma che avevano tutti un unico trait d'union, la dipendenza dal meteo.

A quell'età non capivo, i miei capi, ovvero gli agricoltori più anziani, passavano ore a guardare in cielo cercando di capire che clima ci sarebbe stato il giorno successivo, cercando di decifrare cosa il meteo riservasse loro nell'immediato futuro, disperandosi o gioendo ad ogni variazione, dalla forma delle nuvole alla velocità del vento, una cosa che mi ha sempre fatto sorridere, perchè la trovavo sciocca e senza costrutto; che senso aveva sapere che tempo avrebbe fatto il giorno successivo, o addirittura le ore successive, se tanto non si poteva fare nulla per cambiarne le sorti?

Capii tutto molto chiaramente quando, anni e anni dopo diventai motociclista.

Si perchè noi motociclisti (o scooteristi ad ampio raggio) abbiamo sviluppato nel tempo una dipendenza dal meteo quasi ossessiva, iniziando già dal lunedì a controllare cosa ci riserverà il weekend, siamo esperti di anticicloni, parliamo di alta e bassa pressione con una naturalezza disarmante, venti e perturbazioni sono il nostro pane quotidiano, scrutiamo il cielo e osserviamo la presenza, o l'assenza, di nuvole; tutto per poter dire "questo fine settimana esco in moto".

Ovvio che le due situazioni siano differenti e vadano lette in maniera diversa, i miei capi di allora vedevano nel meteo la possibilità o meno di lavorare e quindi di provvedere a loro, ai loro dipendenti e  ai loro cari, mentre noi riponiamo in quello stesso meteo la possibilità di poter vivere qualche ora in totale libertà, facendo qualcosa che ci appaga e ci gratifica come (quasi) nient altro.

Così ogni volta che controllo qualche sito di meteorologia, e pianifico una gita o un uscita o un weekend in moto, mi tornano in mente mio nonno e i suoi amici, e li rivedo col cappello in testa e la salopette di jeans, con l'immancabile camicia a quadri infilata dentro, che guardano in cielo scuotendo la testa in segno di assenso o di disappunto, e mi viene un sorriso, perchè finalmente, dopo più di vent anni e per motivi totalmente differenti, anche io guardo il cielo, cercando di capire che tempo farà.

Lamps



1 commento:

  1. gli orizzonti sembrano lontani, ma in moto la strada stessa diventa un orizzonte...e allora il tempo non conta più, la sella diventa un trampolino verso arcobaleni fantastici! auguri Roby, di appassionati e di passione il mondo ha un disperato bisogno!

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