martedì 27 agosto 2013

Orgoglio italiano

Ciao a tutti.

Le vacanze sono agli sgoccioli, e lentamente "quasi" tutti stiamo tornando alla routine di tutti i giorni, volenti o nolenti.

In queste tre settimane in cui non ho scritto (causa forza maggiore) sono successe un bel pò di cose che mi hanno dato parecchi spunti di riflessione, ma è quello che è successo in questo weekend motoristico che mi ha dato lo spunto per il post di oggi.

Si, perchè nel fine settimana appena passato sono successe 2 cose che mi hanno fatto riflettere sul mondo delle due ruote:

  • Tony Cairoli ha vinto il suo settimo mondiale nella MX, sbaragliando ancora una volta gli avversari in maniera imbarazzante e consacrandosi alla storia del motocross.
  • Valentino Rossi ha ammesso, dopo l'ennesimo quarto posto a 19" da Marquez e 10" dal compagno Jorge Lorenzo, che i primi 3 in classifica fanno un altro sport; affermando implicitamente, e per la prima volta, che forse è iniziata la sua parabola discendente.
Lo ammetto, non seguo la MX, e so delle gesta di Tony solo quando mi capita di leggerlo su qualche sito specializzato, quindi sarebbe piuttosto ipocrita da parte mia scrivere frasi su frasi di elogio, riportando record e classifiche per suffragare il mio articolo.

Ma rimane il fatto che questo ragazzo messinese sta al cross come per anni Valentino è stato alla MotoGP, solo che a differenza del 46 Tony ama dare spettacolo solo in pista, mai fuori; anzi sembra quasi timido e impacciato davanti alle telecamere, come se non riuscisse a spiegarsi tutto il clamore intorno a quello che fa, che per lui è la cosa più facile del mondo.

Cairoli è di fatto uno dei nostri orgogli nazionali, quelli che la domenica ti fanno sentire fiero di essere nato in questo paese, quelli che ti fanno guardare il tuo vicino di ombrellone francese, o tedesco, o spagnolo, e ti fanno dire "io ce l'ho e tu no".

E avere un connazionale del genere non è facile di questi tempi, non è per niente facile.

Lo ammetto, stravedo per Valentino Rossi, è grazie a lui se ora sono un motociclista e se scrivo su questo blog, è grazie a lui e al suo talento, misto alla sua indiscussa propensione mediatica, se mi sono appassionato a questo sport.

Per anni ho aspettato la domenica per vederlo correre, inseguire, sorpassare, umiliare gli avversari e vincere, tutto sempre col sorriso sulle labbra e quello sguardo da eterno ragazzino che lo odi o lo ami.

Valentino è l'atleta che ha traghettato la MotoGP nell'era moderna, ha corso con le bisbetiche 500 2t, con le prime 1000 4t, poi con le 800 4t e ora di nuovo con le 1000 4t, a dirla così sembra che abbia 60 anni o giù di li; invece ne ha 34, e negli ultimi 18 ha vinto "quasi" più di chiunque altro nella storia, ha cambiato il modo di intendere e di guidare la moto, ha dimostrato (finchè è stato possibile) che l'uomo conta quanto e più della moto, divorando avversari e record.

Poi sono arrivati quelli nuovi, una generazione di piloti nata 10 anni dopo di lui, e cresciuta vedendolo correre, tutti hanno provato a batterlo (Lorenzo e Stoner riuscendoci, Pedrosa ancora al palo), ma lui si è sempre rialzato battendoli di nuovo; fino all'avventura in Ducati.

Lungi da me dare alla Rossa la colpa di tutto, sarebbe ingiusto e fazioso, ma rimane il fatto che passare 2 anni nelle retrovie non aiuta a migliorare lo stile di guida, e se questi 2 anni li sprechi quando ne hai già 30 suonati le tue possibilità di vincere ancora si assottigliano non di poco.

Anche se, lo ammetto, dopo il ritorno in Yamaha io al 10° titolo un pò ci credevo, perchè a vederlo correre provo ancora le stesse sensazioni di un tempo, anche se adesso se la vede con Crutchlow e Bautista per il 4° posto, la sua voglia di vincere è rimasta intatta; il suo fisico e la sua reattività purtroppo no.

Quindi mi auguro solo che si diverta ancora a correre come 10 anni fa, e che possa ancora regalarci delle gare memorabili, perchè questo sport ne ha bisogno, o corre il rischio di diventare come la F1 di qualche anno fa; e spero che continui a gareggiare finchè ne abbia voglia, perchè uno come Valentino Rossi non deve dimostrare niente a nessuno, men che meno ai suoi detrattori.

Cairoli e Rossi sono 2 tra le nostre eccellenze sportive di maggior spessore, 2 atleti straordinari (ognuno a modo suo) che hanno reso e continuano a rendere l'Italia un paese per cui tifare, e per questo meritano supporto e rispetto, a meno che non vi piaccia proprio tanto l'inno spagnolo...

Lamps.







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